Luglio 1866 il Giudizio di Guerra Austriaco con sede a
Verona segnala alla Pretura di Marostica che nelle carceri cittadine è
ingiustamente detenuto tale Pietro Chiminelli colpevole del reato di tentata
emigrazione.
In realtà, come spiega la Nota
del I.R. Giudizio di Guerra, non si tratta di reato in quanto il tentativo di
fuga è stato perpetrato nella notte tra il 19 ed il 20 maggio 1866; per una
strana coincidenza la Notificazione che ripristinava il reato di emigrazione
porta la data del 19 maggio e (probabilmente) la sua entrata in vigore sarebbe
stata a valle della pubblicazione della stessa che, ovviamente, fu successiva
al 19 maggio giorno della tentata fuga.
Il Giudizio di Guerra pertanto dà
il nulla osta alla immediata messa in libertà di Pietro.
Di seguito la trascrizione della
comunicazione:
I.R. (Imperial Regio ndr) Giudizio di Guerra
N. 46
All’
I.R. Pretura in Marostica
Nota
Esaminati gli atti, da codest’ I.R. Giudizio assunti
sull’attentata emigrazione di Pietro Chiminelli costì arrestato; e visto che lo
stesso si allontanava allo scopo dal suo paese nella notte del 19-20 maggio
cioè in epoca in cui non poteva pertanto essere pubblicata la Luogotenenziale
Notificazione del 19 maggio, testo che ripristinava il divieto di tali evasioni
all’estero;
si dichiara nulla ostante da
parte dello scrivente alla immediata scarcerazione del detto Chiminelli.
Verona 7 luglio 1866
Una nota dalla pretura di
Marostica sul lato della lettera recita:
Provveduto la sera del 9 ad
ordinare la scarcerazione di Pietro Chiminello (da notare che nella
trascrizione il cognome è diventato “Chiminello”)
All’interno della lettera è
conservato un piego proveniente dalle carceri di Marostica dove si legge:
10 luglio
All’I.R. Pretura di Marostica
In obbedienza al (….) odierno,
il devoto sottoscritto (Marzotto ndr) a (ha) ridonato tosto la libertà
al detenuto Chiminello Pietro di Vicenza di anni (…)
Dalle Regie Carceri Pretoriali di Marostica
9 luglio 1866
Marzotto C.
Riassumendo: Nella notte tra il
19 e il 20 maggio 1866 Pietro viene incarcerato per tentata evasione
all’Estero.
Il 7 luglio dello stesso anno il
Giudizio di Guerra ne ordina la scarcerazione in quanto alla data del 19 maggio
l’emigrazione non era da considerarsi reato;
L’8 Luglio la comunicazione viene
spedita da Verona alla Pretura di Marostica
e giunge a destinazione il giorno
successivo (9 luglio) dove la sera stessa un Ufficiale ne ordina la
scarcerazione
Il 10 Luglio Pietro viene rimesso
in libertà.
Nel giro di un mese e mezzo la
vicenda viene risolta.
Oggi ai tempi della Giustizia si
sono dilatati e l’errore di trascrizione del cognome (Chiminelli – Chiminello)
avrebbe invalidato il tutto.
Il nostro Pietro avrebbe
trascorso un periodo di tempo maggiore in carcere.
Il giorno della sua scarcerazione
una troupe televisiva, all’uscita del carcere, lo avrebbe intervistato
conquistando così l’esclusiva e Pietro, dopo l’ottenimento da parte dello Stato
di un risarcimento, sarebbe diventato ospite fisso in veste di opinionista in
un talk show pomeridiano di una rete televisiva.
Due particolarità sul piego:
il mittente ebbe la cura, prima
di spedire, di chiudere la lettera con un bel sigillo di ceralacca:
La carta reca l’iscrizione in
rilievo "K.K.
Stadt und Festungs Command in Verona", indica la sede “dell'Imperial
Regio comando di città e fortezza” nella città scaligera durante la dominazione
austriaca.
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