domenica 4 novembre 2012

1866 - UN ERRORE GIUDIZIARIO


Luglio 1866 il Giudizio di Guerra Austriaco con sede a Verona segnala alla Pretura di Marostica che nelle carceri cittadine è ingiustamente detenuto tale Pietro Chiminelli colpevole del reato di tentata emigrazione.
In realtà, come spiega la Nota del I.R. Giudizio di Guerra, non si tratta di reato in quanto il tentativo di fuga è stato perpetrato nella notte tra il 19 ed il 20 maggio 1866; per una strana coincidenza la Notificazione che ripristinava il reato di emigrazione porta la data del 19 maggio e (probabilmente) la sua entrata in vigore sarebbe stata a valle della pubblicazione della stessa che, ovviamente, fu successiva al 19 maggio giorno della tentata fuga.
Il Giudizio di Guerra pertanto dà il nulla osta alla immediata messa in libertà di Pietro.
Di seguito la trascrizione della comunicazione:
I.R. (Imperial Regio ndr) Giudizio di Guerra
N. 46
All’
I.R. Pretura in Marostica
Nota
Esaminati gli atti, da codest’ I.R. Giudizio assunti sull’attentata emigrazione di Pietro Chiminelli costì arrestato; e visto che lo stesso si allontanava allo scopo dal suo paese nella notte del 19-20 maggio cioè in epoca in cui non poteva pertanto essere pubblicata la Luogotenenziale Notificazione del 19 maggio, testo che ripristinava il divieto di tali evasioni all’estero;
si dichiara nulla ostante da parte dello scrivente alla immediata scarcerazione del detto Chiminelli.
Verona 7 luglio 1866


Una nota dalla pretura di Marostica sul lato della lettera recita:
Provveduto la sera del 9 ad ordinare la scarcerazione di Pietro Chiminello (da notare che nella trascrizione il cognome è diventato “Chiminello”)

All’interno della lettera è conservato un piego proveniente dalle carceri di Marostica dove si legge:
10 luglio
All’I.R. Pretura di Marostica
In obbedienza al (….) odierno, il devoto sottoscritto (Marzotto ndr) a (ha) ridonato tosto la libertà al detenuto Chiminello Pietro di Vicenza di anni (…)
Dalle Regie Carceri Pretoriali di Marostica
9 luglio 1866
Marzotto C.


Riassumendo: Nella notte tra il 19 e il 20 maggio 1866 Pietro viene incarcerato per tentata evasione all’Estero.
Il 7 luglio dello stesso anno il Giudizio di Guerra ne ordina la scarcerazione in quanto alla data del 19 maggio l’emigrazione non era da considerarsi reato;
L’8 Luglio la comunicazione viene spedita da Verona alla Pretura di Marostica

e giunge a destinazione il giorno successivo (9 luglio) dove la sera stessa un Ufficiale ne ordina la scarcerazione
Il 10 Luglio Pietro viene rimesso in libertà.
Nel giro di un mese e mezzo la vicenda viene risolta.
Oggi ai tempi della Giustizia si sono dilatati e l’errore di trascrizione del cognome (Chiminelli – Chiminello) avrebbe invalidato il tutto.
Il nostro Pietro avrebbe trascorso un periodo di tempo maggiore in carcere.
Il giorno della sua scarcerazione una troupe televisiva, all’uscita del carcere, lo avrebbe intervistato conquistando così l’esclusiva e Pietro, dopo l’ottenimento da parte dello Stato di un risarcimento, sarebbe diventato ospite fisso in veste di opinionista in un talk show pomeridiano di una rete televisiva.

Due particolarità sul piego:
il mittente ebbe la cura, prima di spedire, di chiudere la lettera con un bel sigillo di ceralacca:
La carta reca l’iscrizione in rilievo "K.K. Stadt und Festungs Command in Verona", indica la sede “dell'Imperial Regio comando di città e fortezza” nella città scaligera durante la dominazione austriaca.


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