Una comune cartolina
di Venezia raffigurante il quattrocentesco Palazzo Cà d'Oro
Cartolina Cà d'Oro - Venezia |
con un ancor più comune francobollo della serie Leoni (dal nome del disegnatore) emesso nel 1906, rimasto valido per decenni e tirato in milioni di
esemplari.
Retro cartolina |
L'annullo in partenza è illeggibile ma la cartolina è stata quasi
sicuramente spedita negli ultimi giorni di dicembre del 1909; nel saluti si legge tra le altre cose
".. buon capo d'anno..." e
probabilmente non è nemmeno partita da Venezia perchè il mittente conclude con "Taranto...".
E' affrancata per 5 centesimi (in quel
periodo spedire una cartolina costava 10 centesimi; presumo che, essendo
diretta ad un allievo ufficiale della Accademia Militare di Modena, scontasse
una tariffa particolare destinata ai militari.
Il destinatario
doveva essere una persona molto precisa: nell'angolo superiore destro del fronte
della cartolina annota nome e cognome del mittente ed una data
poi, sul retro
riporta la stessa data: "ricevuta giovedì 6 gennaio 910":
giorno dell'Epifania:
Ma nel 1909 il 6
Gennaio era giorno di festa? E la posta veniva consegnata ugualmente?
Non sono riuscito a trovare notizie in merito; pare che in Italia l'Epifania sia considerata una festa religiosa da sempre tranne che per una breve parentesi in periodi più recenti: negli anni che vanno dal 1978 al 1985 quando, per effetto di una legge (la n. 54 del 5 marzo 1977) cessò di essere considerata tale insieme ad altre festività: San Giuseppe (19 marzo), l'Ascensione ed il Corpus Domini a cui si aggiunsero altre ricorrenze civili la cui commemorazione che fu spostata alla domenica successiva.
Otto anni dopo le Istituzioni fanno dietrofront: per effetto del D.P.R. 792/1985 il 6 gennaio tornò ad essere considerato una festività a tutti gli effetti.
Non sono riuscito a trovare notizie in merito; pare che in Italia l'Epifania sia considerata una festa religiosa da sempre tranne che per una breve parentesi in periodi più recenti: negli anni che vanno dal 1978 al 1985 quando, per effetto di una legge (la n. 54 del 5 marzo 1977) cessò di essere considerata tale insieme ad altre festività: San Giuseppe (19 marzo), l'Ascensione ed il Corpus Domini a cui si aggiunsero altre ricorrenze civili la cui commemorazione che fu spostata alla domenica successiva.
Otto anni dopo le Istituzioni fanno dietrofront: per effetto del D.P.R. 792/1985 il 6 gennaio tornò ad essere considerato una festività a tutti gli effetti.
Ho invece trovato
una curiosità in merito al 26 dicembre, Santo Stefano primo martire: in Italia si
inizia a festeggiarlo solo a partire dal 1947 e comunque per la Chiesa Cattolica
non è considerata festività di precetto.
Tornando alla missiva possiamo quindi supporre che l'annotazione non indica la data di consegna (era giorno di festa e la posta non veniva consegnafa) ma il giorno in quale Eugenio ne è entrato in possesso, è ragionevole pensare che essendo un allievo della Scuola Militare magari si trovava in licenza per le festività Natalizie ed al suo rientro in Accademia, il 6 gennaio appunto, gli è stata consegnata dal personale presente nei giorni precedenti.
Tornando alla missiva possiamo quindi supporre che l'annotazione non indica la data di consegna (era giorno di festa e la posta non veniva consegnafa) ma il giorno in quale Eugenio ne è entrato in possesso, è ragionevole pensare che essendo un allievo della Scuola Militare magari si trovava in licenza per le festività Natalizie ed al suo rientro in Accademia, il 6 gennaio appunto, gli è stata consegnata dal personale presente nei giorni precedenti.
Guardando bene la
cartolina, ho spostato la mia attenzione sul destinatario: Saitto Eugenio, un
allievo Ufficiale della Regia Scuola Ufficiali di Modena.
Da una veloce
ricerca sul web si scopre che Eugenio, Spezzino, nato nel 1888 è figlio di un
Ufficiale di Marina e di una Nobildonna sarzanese, Guglielmina Bernucci.
Eugenio Saitto (immagine tratta dal sito del Comune di Sarzana) |
Dopo gli studi nella
Accademia Militare viene nominato sottotenente proprio nel 1910; partecipa alla
guerra Italo-Turca in Libia nel bienio 1911-12 e poi alla Prima Guerra Mondiale quando,
sull'altopiano di Asiago viene ferito alla mano destra e successivamente
decorato con Medaglia d'argento al Valor Militare.
Nel 1941 diviene
comandante del distretto Militare di Genova con il grado di Colonnello.
Nel 1944 decide di
collaborare con i partigiani e diventa cosulente tecnico – militare della
brigata partigiana "Ugo Muccini".
Nel 1947, a 59 anni,
è collocato a riposo e 24 anni dopo, nel 1971, viene promosso Generale di
Brigata per meriti militari.
A Falcinello,
frazione di Sarzana, il generale aveva una casa: qui, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, vi trovò rifugio
per sè e per la sua famiglia: fu infatti costretto a fuggire da Genova perchè in quel periodo i tedeschi consideravano gli italiani dei traditori.
Anni dopo la comunità di Falcinello ha dedicato la piazza principale del Paese proprio ad Eugenio Saitta Bernucci.
Anni dopo la comunità di Falcinello ha dedicato la piazza principale del Paese proprio ad Eugenio Saitta Bernucci.
Veduta di Falcinello (da Panoramio) |
E' stato possibile scrivere questo post anche grazie alle informazioni contenute nel siti web del Comune di Sarzana (SP) e ibolli.it
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