Quante volte durante la
nostra carriera scolastica davanti ad una insufficienza o ad un voto
inferiore alle nostre aspettative abbiamo pensato che “ il prof ce
l’ha con me!” oppure “ha due pesi e due misure” ebbene in
novant’anni non è che le cose siano cambiate di molto:
Milano luglio 1923, Laura
scrive all’amica alla Nobile Signorina Giuseppina Tanzi-Mira che
passa l’estate nella casa di Inveruno in provincia di Milano.
Laura è contenta perché
sua sorella Ida ha terminato, superandoli brillantemente, gli esami
sia di latino scritto sia di greco ma
“… chi se lo sarebbe mai
aspettato? Una delle quattro prove che mia sorella dovrà ripetere è
nientemeno che Italiano scritto!!! Povera Ida! Me l’hanno proprio
avvilita. Anche il suo professore è rimasto assai sorpreso della
cosa, ma sembra che le abbiano dati il cinque per errori di
pensiero….
Vuol dire che durante le vacanze farà
esercizi di… logica e chissà che quest’ottobre non abbia
imparato a pensarla come il professore!…”
Già alla nostra Ida, nel
1923 a Milano, chissà quali idee passavano per la testa e chissà
cosa deve aver scritto nel tema per commettere “errori di
pensiero”, meritarsi in cinque e ripetere Italiano preoccupandosi
di allinearsi alle idee del professore…. Laura si limita a
riportare i fatti senza troppo entrare nel dettaglio, forse non
sapremo mai quali fossero i pensieri, le idee politiche o religiose
di Ida e del suo esaminatore o forse sì, proseguendo nella lettura
scopriamo che Laura ha condiviso ansie, gioie e dolori della sorella
Ida, preoccupazioni che si aggiungono alle proprie avendo una tesi di
laurea da preparare entro il giugno dell’anno successivo, e alla
fine si congeda da Pina citando anche la sorella Ida che
“ …
ti manda un bel bacio, fascisticamente, romanamente
salutandoti, io t’abbraccio affettuosissimamente”:
quest’ ultima frase evidenzia tre concetti fondamentali: il
pensiero di Ida, quello del professore che le ha corretto il tema di
italiano e, ultimo ma non meno importante, anche la sorella Laura
necessita di qualche ripetizione di italiano!
La lettera è stata
spedita da Milano Centro il 20 luglio 1923 ed è giunta a
destinazione il 21 luglio, vedi annulli di partenza e d’arrivo,
è
affrancata per 50 cent (tariffa per lettere sul territorio nazionale
in vigore dal 1° gennaio 1923 al 16 marzo 1925) ed è affrancata con
due valori raffiguranti il Re Vittorio Emanuele III volto a destra ed
a sinistra:
nel periodo che va dal 1906 al 1927 furono emessi molti
francobolli con questa effige in differenti colori e valore facciale;
l’ideatore di questa effige fu Francesco Paolo Michetti (da su
wikipedia); in gergo filatelico tutti i francobolli del periodo
raffigurante questo tipo di effige sono detti “i Michetti”.
Una curiosità: ancora
oggi ad Inveruno esiste la Villa Tanzi Mira; è sede del Comune di
Inveruno che l’ha acquistata nel 1970.