Chi colleziona storia postale è principalmente
attratto dall’esterno del documento: l’affrancatura è in
tariffa? Gli annulli sono originali e c’è il timbro di arrivo al
verso? Gli stessi timbri (tondo riquadrati, a barre, ottagonali o a
doppio cerchio) sono coevi con il periodo d’uso?
Questo un parziale elenco di domande, tutte lecite, che il
collezionista si pone per inquadrare il documento che ha davanti e
stabilirne la sua originalità.Talvolta il documento postale in esame non è limitato al solo involucro esterno (la busta) ma in alcuni casi è completo di contenuto; nel caso di pieghi quasi sempre.
Ho trovato interessante affiancare all’analisi storico – postale dei documenti che ho in collezione una lettura di quanto contenuto in essi: ne sono uscite storie curiose o di disperazione, in certi casi ridicole se lette oggi perché scritte usando un vocabolario ormai in disuso.
Vorrei riportarne qualcuna con un mio breve commento finale:
La prima è un piego spedito da Ancona il 26 novembre 1878 per Corinaldo, transitato per Senigallia il giorno 27 ed arrivato a destinazione il 28, come si legge dai timbri di arrivo: recapitato in due giorni, però! (siamo nel 1878 e viene fatto tutto a mano: non ci sono i CMP, i lettori ottici ecc…)
Il mittente è la signora Elena Fenili di Ancona, titolare di un negozio di “Sartoria e Mode”
e confeziona “Colli, Polsini, Cravatte, Busti, Cappelli per Signora, costumi completi per bambini e guarnizioni alta moda”.
Il destinatario è l’Onorevole Sig. Cesarini Bartolo ed il piego inizia con
Illustrissima Signora
Ho l’onore di prevenire la S.V. che volendo sempre più
migliorare l’andamento della mia sartoria, ho fatto un ricco
deposito di Confezioni e Cappelli per Signora ricevuti al presente
dalle primarie Case di Parigi, nonché costumi completi per bambini.Prevengo pure la S.V. che trovandomi in relazioni dirette con le principali Case Italiane ed Estere di stoffe, spedisco franco di porto campioni di ogni genere a chi ne farà richiesta.
Persuasa di vedermi favorita dai suoi gentili comandi o di una sua visita, mi pregio rassegnarmi colla massima stima
Elena Fenili
Chissà cosa avrà pensato l’onorevole Bartolo (meritevole d’onore, non onorevole come lo si intende oggi…) quando aprendo il piego avrà letto “illustrissima signora….”
E chissà se la signora Fenili “Persuasa di vedersi favorita..” ecc. ecc. abbia ricevuto una visita o un ordinazione da Bartolo…
Certo è che nel 1878 per pubblicizzare la sua attività la signora Fenili ha dato mandato allo stabilimento Civelli di Ancona di stampare non so quanti di questi pieghi, poi qualcuno li ha dovuti affrancare (uno alla volta!), indirizzare (uno alla volta!), e portare alla posta.
Dopo qualche giorno i destinatari avranno letto con piacere le novità del negozio Fenili di Ancona (d'altronde nel 1878 non è che ci siano molti negozi e ricevere una lettera del genere è quasi un onore…) ed avran pensato: “mah quasi quasi un giro lo faccio dalla signora Elena e mi faccio fare una coppia di polsini o un busto per la mia signora” …
La Signora Fenili del 2012 che si trova nella necessità di reclamizzare la sua attività manda una mail con la bozza del volantino ad una copisteria, ne fa stampare un migliaio di copie o forse più pagando con carta di credito on-line poi le affida ad un centro di distribuzione che prontamente le recapita anche la domenica mattina, insieme al depliant del grande magazzino dietro l’angolo ed alla reclame di una nuova pizzeria da asporto, nelle apposite caselle al piano terra dei palazzi con la scritta “PUBBLICITA’ CONDOMINIALE”; i condomini (o almeno solo quelli che l’hanno ritirato) lo tengono tra il pollice e l’indice lo girano per leggere velocemente le due facciate, dopodiché (nella migliore delle ipotesi) finisce nel cesto della carta da riciclo…….
I nostri pronipoti collezionisti, ahimè, non avranno la possibilità di avere in collezione un pezzo del genere risalente al 2012