Giacomo Balla (1871, 1958) è stato pittore, scultore scenografo ed esponente di spicco del Futurismo; ha firmato insieme a Marinetti ed altri futuristi i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento.
Balla ha disegnato (insieme a Duilio Cambellotti) la serie del 1923 dell’Avvento del fascismo al potere (o 1° Anniversario della marcia su Roma)
La serie fu autorizzata con Regio Decreto n. 2451 del 21 ottobre 1923; emessa il 24 a Torino e poi nel resto d’Italia e fu valida fino al 30 giugno 1924.
La tiratura, in fogli da 50, era di 1.000.000 di serie per l’Italia; poi ne furono soprastampate per le Colonie 30.000 per la Cirenaica e la Tripolitania; 20.000 per Eritrea e Somalia.
Duilio Cambellotti, dovendo rappresentare un simbolo di rinnovamento morale, scelse come soggetto per i valori da 10, 30 e 50 cent tre fasci littori disegnati secondo le ultime scoperte archeologiche con sullo sfondo “..un intreccio gentile di ramoscelli fioriti simboleggianti la primavera…”
Giacomo Balla al quale fu dato l’incarico di disegnare gli altri, per i valori da 1 e 2 Lire adottò come soggetto “ ..una superba aquila ad ali spiegate, contornata da un serto (ghirlanda di elementi intrecciati ndr) di quercia, poggiasi su in fascio littorio…”
E per quello da 5 lire “..la raggiante stella d’Italia contornata da tre aeroplani; ai lati sinistro e destro dei fasci littori. Nella parte centrale numerosi fumaioli nereggianti di fabbriche delineano il profilo di una città industriale…”: quale simbolo di rinnovamento materiale.
Furono stampati dalla Officina Carte e Valori di Torino: i prime tre senza filigrana ed in calcografia; gli altri con filigrana corona con il metodo tipografico.
La particolarità di questa serie risiede nel fatto che, oltre ad essere disegnata da due famosi artisti, uno dei quali tra i fondatori del Movimento Futurista in Italia), i tre alti valori della serie sono privi della indicazione “Poste Italiane” in luogo della quale è riportato solo “Italia”; inoltre, i francobolli da una e due Lire recano il facciale in sole lettere anziché in cifre arabe contravvenendo di fatto al Regolamento di esecuzione della Convenzione Postale Universale di Madrid del 30 Novembre 1920 e reso esecutivo con Legge n. 1878 del 30 dicembre 1921.
Tale regolamento al Paragrafo IV (francobolli ed impronte d’affrancatura), nel 2° capoverso dell’articolo 2 spiega che: “…l’indicazione del numero di unità o frazioni dell’unità monetaria utilizzata per esprimere il valore (del francobollo ndr) deve essere in numeri arabi…”
Ne consegue che, a causa dell’inosservanza di tale accordo, i due francobolli della serie non potrebbero essere ammessi ad affrancare le corrispondenze dirette all’estero, e sono appunto quelli che, rispetto alle attuali tariffe, sarebbero più usati nelle relazioni internazionali in quel periodo, infatti la tariffa da una Lira era utilizzata per le lettere dirette all’estero oppure come sovratassa per il servizio raccomandato mentre per il servizio Espresso per l’Estero la sovratassa era di due Lire.
Per chi desidera approfondire:
http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo
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