lunedì 9 luglio 2012

Brescia 1889 Carissimi genitori



Brescia, 31 agosto 1889 dall’Ospedale Carcerario di Brescia allora nella sede dell’ex convento dei Carmelitani (detto “del Carmine”), Giuseppe Ragosa scrive ai genitori una lettera implorandoli di perdonarlo per gli errori commessi nei loro confronti e chiedendo di non abbandonarlo pena l’affidamento ad un “asilo di discoli”

Carissimi Genitori
Dalle Carceri del Carmine addì 31 Agosto 1889
E’ il vostro infelice e sventurato figlio Giuseppe che cogli occhi stanchi dal pianto e col cuore dilacerato da immenso dolore si getta ai vostri piedi chiedendo perdono dei suoi falli commessi a vostro riguardo supplicandovi di impietosirsi del suo misero stato ponendo un denso velo sul passato e premurando di non aggravare il tempo del suo avvenire col, peggiorare la usa condizione lasciandolo in abbandono costringendo così le autorità ad occuparsi di lui nel collocarlo in un asilo di discoli ove non potrebbe (…) a nessun mestiere trattandosi che la sua professione è di cameriere e per la sua gracile organizzazione di corpo non potrebbe essere adattato a mestieri pesanti.
Egli non omette di far presente ai suoi cari e diletti Genitori che durante i quattro anni circa di sua assenza ha sempre atteso al lavoro ed anche allo studio nelle ore di riposo per cui ha appreso bene la lingua francese e perciò trovasi in grado, se la vostra bontà si degna di accettarlo in casa e di (…) della sua persona, di trovare presto un buon impiego da cameriere e di guadagnarsi onestamente il vivere e di essere anche di (…) alle famiglie. Non potete immaginare il dolore che egli prova di trovarsi in questo luogo di pena, le notti insonni e parimenti i lunghi giorni ed il pensiero del vostro abbandono lo rende talmente afflitto da costringerlo a perdere totalmente la sua poca e gracile salute. Egli non omette di far conoscere alla considerazione vostra che se lo lasciate abbandonato in queste carceri anziché essere luogo di (……) il cuore di coloro che sgraziatamente vi pongono il piede.
Colla speranza di ottenere il perdono e di avere una vostra visita vi ringrazio di vero cuore e con grande riconoscenza figliale vi abbraccio e mi dichiaro vostro affezionatissimo figlio
Ragosa Giuseppe



E’ curioso che Giuseppe si rivolge ai genitori in terza persona, forse è solo per una forma di estremo rispetto, o magari la lettera è stata scritta da qualcun altro perché Giuseppe è analfabeta, o gli assistenti del carcere (ammesso che ce ne fossero nel 1889!) hanno preso a cuore Giuseppe e cercano di aiutarlo?
Di certo la calligrafia è molto bella; i toni ed i contenuti hanno tutti gli ingredienti per colpire al cuore i destinatari…. chissà cosa deve aver combinato Giuseppe di così grave per essere stato abbandonato malato (o con “…gracile organizzazione del corpo…”  come si legge nella lettera) nell’ospedale carcerario di Brescia. Speriamo che questa lettera sia stata un buon inizio per riavvicinare Giuseppe alla sua Famiglia.
120 anni dopo (ai nostri giorni…) la lettera non sarebbe stata affidata ai servizi postali ma ad un network televisivo il quale, dopo aver invitato (separatamente) Giuseppe ed il padre Lodovico negli studi televisivi ed in prima serata,  avrebbe descritto la storia a spettatori con gli occhi lucidi, muniti di umidi fazzoletti di carta, ed avrebbe terminato con una delle due formule:
“Giuseppe, tuo padre Ludovico…… è quiiiiiiiiiiiiiiiiii!”
Oppure
“ Signor Ludovico, la apriamo la busta?….”
Note filateliche: Il piego è affrancato (al retro) con un francobollo da 5 cent.



ed assolve la tariffa per biglietti postali e cartoline spedite all’interno dello stesso distretto postale. Il francobollo raffigura l’effige di Umberto I (Re d’Italia dal 1878 al 1900), è il primo valore di una serie da7 emessa il 15 agosto 1879, il soggetto è identico ma il disegno del riquadro è diverso per ognuno dei sette esemplari.
Il francobollo da 5 c. ebbe validità postale fino al 31 dicembre 1889.
Fonte: Cataloghi Sassone e CEI – Link www.ibolli.it
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